di Caterina Pisu
In questi ultimi anni la documentaristica archeologica sta vivendo
un periodo di particolare fioritura. Ce ne siamo accorti grazie a
manifestazioni che hanno raccolto un buon successo anche presso il pubblico
generalista, come la Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di
Rovereto o, proprio lo scorso anno, il primo Festival del Cinema Archeologico
di Pisa. Ed è proprio al grande pubblico che vogliono rivolgersi gli archeologi
documentaristi, impossessandosi delle tecniche di comunicazione proprie dei
mass media. Troppo spesso (e succede ancora oggi) i media hanno fatto da
tramite tra archeologia e pubblico, cercando di semplificare ma talvolta anche
di banalizzare o, peggio, di spettacolarizzare i dati oggettivi delle ricerche
sul campo o delle indagini storiche. Ora, invece, ci sono Soprintendenze, come
la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale, che da anni
si sono dotate di un Laboratorio di Didattica e Promozione visuale[1], e ci sono nuove realtà
che appartengono al mondo accademico, rappresentate, per esempio, dal Laboratorio
di Valorizzazione e Comunicazione dei Beni Archeologici dell'Università
IULM di Milano (Archeoframe). Nata nel 2007, Archeoframe svolge attività didattiche,
progettuali e di sperimentazione sulla valorizzazione, la comunicazione,
la divulgazione e la fruizione dei Beni Archeologici in Italia e nei Paesi
del Mediterraneo. Il Laboratorio ha già realizzato diversi filmati e
prodotti multimediali. All'attività di comunicazione e divulgazione affianca
progetti di catalogazione e documentazione fotografica dei siti
archeologici del Mediterraneo. inoltre, realizza progetti di valorizzazione
e promozione di musei e aree archeologiche, avvalendosi non solo di archeologi
e storici dell'arte, ma anche di professionisti e tecnici nei settori delle
Scienze della Comunicazione, dell'Economia della Cultura, delle Scienze
Turistiche, delle Relazioni Pubbliche.
Focalizzando l’attenzione
prevalentemente sulla attività documentaristica di Archeoframe, mi piace
descriverne soprattutto il metodo con cui vengono realizzati i documentari. Essi
sono concepiti come progetti didattici nell'ambito degli insegnamenti di
archeologia delle lauree magistrali IULM. Sono gli stessi studenti universitari
che, con l'aiuto dei docenti, di un regista, di operatori e montatori, partecipano
attivamente alla preparazione del documentario. Il lavoro inizia con l'analisi
del territorio e dei siti prescelti, per poi passare alla costruzione della
sceneggiatura, alla scrittura dei testi, fino alle riprese, al montaggio e alla
promozione del prodotto. Una vera scuola di documentaristica archeologica che
certamente avrebbe entusiasmato Roberto Rossellini, antesignano della
tradizione italiana in questo settore.
Archeoframe cura con particolare attenzione l’aspetto didattico
della propria attività di produzione multimediale: dal 2008 è stata avviata una collaborazione
con l'Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell'Arte (ANISA), grazie
alla quale vengono organizzati incontri e proiezioni dei documentari nelle
scuole superiori a Milano e in Lombardia. Nel 2011, inoltre, è iniziato un
progetto finanziato del MIUR per la divulgazione delle scienze nella
ricostruzione del passato, in collaborazione con la Direzione Generale
Scolastica Lombardia. Un’altra collaborazione per stage e progetti didattici è
stata avviata con il Festival Internazionale del Cinema Archeologico di
Rovereto e con il canale tematico web di Archeologia Viva, sul quale è possibile
vedere i documentari archeologici IULM.
Fra i lavori più recenti si
annoverano un documentario sui siti longobardi italiani iscritti nel 2011 nella
World Heritage List dell’Unesco (I Longobardi in Italia. I luoghi del potere) e
un documentario sul patrimonio archeologico della Lombardia riconosciuto
dall’Unesco, dalle palafitte dei laghi alpini ai fasti di Milano paleocristiana.
Il team di Archeoframe,
costituito da ricercatori, autori e registi, è guidato da Luca Peyronel, Professore Associato in Archeologia e Storia
dell'Arte del Vicino Oriente Antico presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione
IULM di Milano, dove è titolare degli insegnamenti di "Archeologia e
Storia dell'Arte Antica", “Archeologia e Beni Culturali” e “Siti e modelli
archeologici" nelle Facoltà di Arti e di Turismo. È membro del Comitato
Scientifico della Fondazione IULM. Dal 1991 fa parte della Missione Archeologica
Italiana in Siria, svolgendo la propria attività di ricerca in particolare nei
siti di Tell Mardikh-Ebla e di Tell Tuqan.
Ulteriori informazioni sono
sul portale http://www.iulm.it/
e sulla pagina Facebook:
[1] Laboratorio
che fa riferimento a Maurizio Pellegrini, autore di vari documentari visibili
sul canale You Tube labdidpromvis.
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