martedì 26 febbraio 2013

Il documentario archeologico guarda al futuro


Laboratorio di Comunicazione e Valorizzazione dei beni archeologici



di Caterina Pisu

In questi ultimi anni la documentaristica archeologica sta vivendo un periodo di particolare fioritura. Ce ne siamo accorti grazie a manifestazioni che hanno raccolto un buon successo anche presso il pubblico generalista, come la Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto o, proprio lo scorso anno, il primo Festival del Cinema Archeologico di Pisa. Ed è proprio al grande pubblico che vogliono rivolgersi gli archeologi documentaristi, impossessandosi delle tecniche di comunicazione proprie dei mass media. Troppo spesso (e succede ancora oggi) i media hanno fatto da tramite tra archeologia e pubblico, cercando di semplificare ma talvolta anche di banalizzare o, peggio, di spettacolarizzare i dati oggettivi delle ricerche sul campo o delle indagini storiche. Ora, invece, ci sono Soprintendenze, come la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale, che da anni si sono dotate di un Laboratorio di Didattica e Promozione visuale[1], e ci sono nuove realtà che appartengono al mondo accademico, rappresentate, per esempio, dal Laboratorio di Valorizzazione e Comunicazione dei Beni Archeologici dell'Università IULM di Milano (Archeoframe). Nata nel 2007, Archeoframe svolge attività didattiche, progettuali e di sperimentazione sulla valorizzazione, la comunicazione, la divulgazione e la fruizione dei Beni Archeologici in Italia e nei Paesi del Mediterraneo. Il Laboratorio ha già realizzato diversi filmati e prodotti multimediali. All'attività di comunicazione e divulgazione affianca progetti di catalogazione e documentazione fotografica dei siti archeologici del Mediterraneo. inoltre, realizza progetti di valorizzazione e promozione di musei e aree archeologiche, avvalendosi non solo di archeologi e storici dell'arte, ma anche di professionisti e tecnici nei settori delle Scienze della Comunicazione, dell'Economia della Cultura, delle Scienze Turistiche, delle Relazioni Pubbliche. 
Focalizzando l’attenzione prevalentemente sulla attività documentaristica di Archeoframe, mi piace descriverne soprattutto il metodo con cui vengono realizzati i documentari. Essi sono concepiti come progetti didattici nell'ambito degli insegnamenti di archeologia delle lauree magistrali IULM. Sono gli stessi studenti universitari che, con l'aiuto dei docenti, di un regista, di operatori e montatori, partecipano attivamente alla preparazione del documentario. Il lavoro inizia con l'analisi del territorio e dei siti prescelti, per poi passare alla costruzione della sceneggiatura, alla scrittura dei testi, fino alle riprese, al montaggio e alla promozione del prodotto. Una vera scuola di documentaristica archeologica che certamente avrebbe entusiasmato Roberto Rossellini, antesignano della tradizione italiana in questo settore.
Archeoframe cura con particolare attenzione l’aspetto didattico della propria attività di produzione multimediale:  dal 2008 è stata avviata una collaborazione con l'Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell'Arte (ANISA), grazie alla quale vengono organizzati incontri e proiezioni dei documentari nelle scuole superiori a Milano e in Lombardia. Nel 2011, inoltre, è iniziato un progetto finanziato del MIUR per la divulgazione delle scienze nella ricostruzione del passato, in collaborazione con la Direzione Generale Scolastica Lombardia. Un’altra collaborazione per stage e progetti didattici è stata avviata con il Festival Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto e con il canale tematico web di Archeologia Viva, sul quale è possibile vedere i documentari archeologici IULM.
Fra i lavori più recenti si annoverano un documentario sui siti longobardi italiani iscritti nel 2011 nella World Heritage List dell’Unesco (I Longobardi in Italia. I luoghi del potere) e un documentario sul patrimonio archeologico della Lombardia riconosciuto dall’Unesco, dalle palafitte dei laghi alpini ai fasti di Milano paleocristiana.
Il team di Archeoframe, costituito da ricercatori, autori e registi, è guidato da Luca Peyronel, Professore Associato in Archeologia e Storia dell'Arte del Vicino Oriente Antico presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano, dove è titolare degli insegnamenti di "Archeologia e Storia dell'Arte Antica", “Archeologia e Beni Culturali” e “Siti e modelli archeologici" nelle Facoltà di Arti e di Turismo. È membro del Comitato Scientifico della Fondazione IULM. Dal 1991 fa parte della Missione Archeologica Italiana in Siria, svolgendo la propria attività di ricerca in particolare nei siti di Tell Mardikh-Ebla e di Tell Tuqan.

Ulteriori informazioni sono sul portale http://www.iulm.it/

e sulla pagina Facebook:

http://www.facebook.com/pages/Laboratorio-di-valorizzazione-dei-beni-archeologici-IULM/




[1] Laboratorio che fa riferimento a Maurizio Pellegrini, autore di vari documentari visibili sul canale You Tube labdidpromvis.

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